Accenni di Medicina
La Nascita
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La Nascita «Ecco il momento più atteso. Il primo contatto con il mondo esterno. Sente tanta paura. Piange. Non sente più il suono del cuore della madre. Quel ritmo che l'aveva accompagnato per tanti mesi e che da quel momento proverà a riconoscerlo nel tintinnio dell'orologio, nella musica cadenziata, nel dondolío della culla, perché sarà ciò che lo rassicurerà. Poi però smette di piangere. La mamma lo ha ripreso tra le sue braccia stringendolo al petto e facendogli riascoltare il battito tanto ricercato. Si rilassa, spiana le rughe, allenta i piccoli pugni contratti e muove le manine tastando la per la prima volta il corpo della madre. Un legame indissolubile che rimarrà per tutta la vita.»
Dopo una incubazione di 9 mesi, il feto è pronto per essere espulso dall'utero della madre. Una serie di «contrazioni uterine» inizialmente irregolari, ma che si regolarizzano col trasccorrere delle ore, danno i primi avvisi alla donna.
In tale fase può verificarsi l'espulsione del «tappo mucoso», una sorta di tappo di materiale denso o acquoso spesso mista a piccole gocce di sangue, che tingono di rosa o marroncino il muco biancastro. La presenza di gocce di sangue è dovuta alla rottura dei capillari sanguigni per via della dilatazione dell’utero, perciò non bisogna preoccuparsi.
Non tutte le partorienti si accorgono della perdita del tappo, anche perché può verificarsi durante una normale urinazione (durante la pipì). L’espulsione del tappo indica che il travaglio è vicino, anche se non è possibile stabilire l’inizio delle «contrazioni del travaglio» che possono presentarsi già dal giorno dopo o nel caso peggiore oltre una settimana. Per tale motivo non è necessario precipitarsi in ospedale, ma basta monitorare l’andamento delle contrazioni (se presenti) e uscire di casa solo quando l’intervallo tra una contrazione e l’altra diventa regolare, di solito ogni 5-7 minuti, per almeno 2 ore se si tratta di un primo figlio.
Il parto non è una procedura uguale per tutte le donne, anzi il momento dell'espulsione è assolutamente individuale. Tuttavia, giunti in ospedale, dopo essere stati sottoposti agli esami di routine, si può stabilire approssimativamente il momento del parto grazie ad una valutazione basata su una scala che misura la dilatazione della «cervice» (collo dell'utero), ossia utilizzando il cosiddetto metodo «Malinas Score» (testo in inglese).
Ogni contrazione allarga la cervice fino alla sua completa dilatazione, che spesso può raggiungere 10 e più centimetri di diametro. Subito dopo avviene la rottura spontanea delle «membrane amniotiche» meglio conosciuta come fase della «rottura delle acque» che può presentarsi spontaneamente anche prima della dilatazione completa (in tal caso avremo una «rottura precoce») oppure non presentarsi per niente e in tal caso bisognerà intervenire chirurgicamente.
N.B. Dopo la ventottesima settimana, il bambino è in grado di sopportare un parto prematuro.
Di solito il bambino nasce presentando per prima la testa. In alcuni casi però si presenta «podalico», ovvero mostra prima le natiche o i piedi. In tal caso i bambini possono essere partoriti dalla vagina con l'aiuto di una ostetrica. Ci sono molti tipi di presentazione podalica, ma il più comune è quello in cui le natiche del bambino vengono espulse per prime e le gambe sono piegate sotto il corpo, con le ginocchia piegate e i piedi vicino alle natiche. In altri casi le gambe del bambino sono stese e vicine alle sue orecchie, oppure una o entrambe le gambe stese si presentano per prime. Anche se spesso i bambini che si presentano trasversalmente possono cambiare posizione, ciò non si verifica sempre, e in tal caso un parto «cesareo» diventa necessario.
Ricordiamo che il bambino finché si trova all'interno dell'utero materno non respira, lo farà soltanto con il primo vagito.
Tutto quello che finora abbiamo raccontato lo possiamo riassumere in un video di 4 minuti.
Controllo naturale del dolore
Non tutti sanno che l'uso di medicinali appropriati non è sempre l'unica soluzione per alleviare il dolore del travaglio e del parto. Il corpo umano infatti possiede dei sistemi per controllare tale dolore attraverso la secrezione di «beta-endorfine».
Come oppiaceo naturale, prodotto dal cervello, la beta-endorfina ha proprietà simili alla petidina, alla morfina, e all'eroina, ed è stato dimostrato che agiscono sugli stessi recettori del cervello. Come l'ossitocina, la beta-endorfina è secreta dalla ghiandola pituitaria (o ipofisi), e sono presenti alti livelli durante il sesso, la gravidanza, il parto, e l'allattamento. Questo ormone può indurre sensazioni di piacere ed euforia durante il parto.
Per alleviare le sensazioni dolorose del travaglio e del parto è possibile ricevere aiuto da una qualche preparazione psicologica, educazione, massaggio, ipnosi, terapia idrica in una vasca o doccia. Ad alcune donne piace avere qualcuno che le fornisca sostegno durante il travaglio: spesso componenti di sesso femminile della famiglia come la madre, la sorella, una cara amica, il padre del bambino, un partner oppure un professionista addestrato (doula, levatrice, ostetrica). Alcune donne, avendone la possibilità, preferiscono partorire inginocchiate oppure sedute per poter spingere più efficacemente durante la seconda fase del parto, in modo che la gravità fornisca il suo aiuto favorendo la discesa del bambino attraverso il canale del parto.

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