Accenni di Medicina
Le prime 3 settimane
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Le prime 3 settimane Nella prima settimana, esattamente tra il quarto e il quinto giorno, finalmente il futuro nascituro fa capolino dal tunnel della salpinge per dirigersi verso l'utero dove vi rimarrà sin l'ultimo giorno. Il suo aspetto però non è più lo stesso. Sta cambiando. Si riveste infatti di sottilissime radici utili per ancorarsi alle pareti dell'utero e per trarne nutrimento. Da questi piccoli villi nasce la «placenta». Un gruppo di cellule ingrossate all'interno costruisce il corpicino, mentre quelle piccole periferiche costituiscono le membrane di protezione. Fra le due parti si forma un vuoto chiamato «amnios» ovvero il sacco amniotico nel cui liquido il futuro essere galleggerà fino alla sua nascita.
Verso il sesto giorno l'embrione cambia ancora: perde la forma sferica e si accuccia assestandosi a strati, detti «foglietti embrionali». I tre foglietti che formano il corpicino si aprono, vibrano, si ripiegano e si gonfiano in gemma, proprio come un fiore che sboccia, provvedendo alla formazione di tessuti e organi. Dalla seconda settimana il bambino si trova steso su un fianco e raccolto su se stesso. Un breve gambo, che via via si allungherà, tiene attaccato il piccolo alla placenta, sarà il «cordone ombellicale».
Le prime due settimane dell'embrione coincidono con le ultime due settimane del ciclo mestruale materno: 14 giorni dall'ovulazione. Perciò non ci si rende conto di aspettare un bambino, finché non si entra nella terza settimana dove il notevole ritardo del flusso non insospettirà la mamma. L'embrione intanto si è già sviluppato, ha formato il sistema nervoso, i polmoni, l'intestino, lo stomaco e il cuore. Già alla terza settimana di vita in questo piccolo corpo, un cuore scandisce il suo battito. Batte creando la vita.
La grossa ombra rossa è il fegato, che filtra il sangue prima di ammetterlo nella circolazione. Il bimbo fabbrica da sé il suo sangue, ma i primi globuli sanguigni se li fabbrica in un «torlo», un piccolo palloncino attaccato con un lungo peduncolo alla placenta. Questo palloncino o «sacco vitellino», volteggia al suo fianco fin quando il fegato non lo sostituisce.

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