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La Cripta del Duomo

Nel 1081 le S.S. reliquie dell'Apostolo Matteo, patrono di questa città, vengono inumate nella cripta alla presenza di Alfano I, dell'Imperatore Michele e del Duca Roberto il Guiscardo. Si può supporre con certezza che in quel tempo la cripta fosse già pronta ad accogliere con solennità le reliquie del Santo apostolo e dei Martiri Salernitani.

La Cripta, si estende sotto il transetto ed il coro ed è costituita da un ambiente a sala con nove file di tre campate con volta a crociera poggiante su colonne. Queste ultime si snodano nelle diverse direzioni e formano un intreccio di curve che degradano sfumando. L'impianto a sala, riprende una tipologia usata dai monaci cluniacensi, ma del resto la costruzione complessiva della Cattedrale è frutto del nuovo clima spirituale e religioso dell'XI secolo, che in una identificazione in senso architettonico, si riconosce nel revival paleocristiano, la ripresa in architettura di forme speciali una nuova classicità che ripropone lo schema iconografico delle prime basiliche romane. Nel XVII secolo per lo stato di degrado in cui versa la Basilica Inferiore, si iniziano grandi trasformazioni commissionati a Domenico Fontana, responsabile del progetto architettonico e decorativo, avvalendosi della collaborazione di B. Corenzio e della sua bottega. Il Fontana concepisce  la volta della cripta in riquadri ottagonali che si alternano a quelli circolari delimitati da stucchi e dipinti ad affresco. Determina il doppio altare centrale di S.Matteo, la cui statua in bronzo è bifronte tale da favorire la celebrazione di due messe. Colloca nell'abside centrale le spoglie dei Santi Martiri Salernitani. Nel XVIII secolo gli ultimi accorgimenti: tra il 1718 e il 1721 vengono modificati i due accessi alla cripta dalle navate, e nel 1763 F. Aragozzino ricopre di marmi policromi la cripta, rispettando pienamente il presupposto decorativo concepito dal Fontana.

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