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Castello del Principe Arechi
La Storia di un Simbolo
Il sistema difensiva nel sec. VIII da Arechi II, principe longobardo che trasferì la capitale del ducato da Benevento a Salerno, aveva come fulcro il castello che si eleva a 300m. sul livello del mare sulla cima del monte Bonadies. Arechi sopraelevando e modificando le mura antiche sui preesistenti fortificazioni, costruì un castello "per natura e per arte imprendibile, non essendo in Italia una rocca più munita di essa". Infatti anche per le mura che da esso si prolungavano fino al mare, che sono rimaste intatte fino al XVI secolo, e per l'accesso ripido e difficoltoso, che poteva essere ostacolato con raffiche di tiri piombati dalle torri, la fortezza non fu mai espugnata con la forza; Gisulfo II nel 1077 si arrese al conquistatore normanno per fame dopo un lungo assedio. Nel triangolo costruito dalle mura e dal castello quale vertice superiore si estese e si sviluppò la città.
Né i Normanni né gli Svevi apportarono modifiche all'assetto della struttura; nel periodo angioino furono effettuate ripartizioni a spese dei salernitani e dei centri vicini. Durante il periodo spagnolo nel XVI secolo assunse l'attuale aspetto con l'ampliamento a sud del nucleo originario. Il castello perse poi con il tempo la sua originaria importanza per le mutate tecniche di difesa ed ebbe inizio il suo lento decadere; perse inoltre la sua funzione di fortezza con il perfezionamento agli inizi del secolo XIX delle armi da fuoco. Il castello oggi è sufficientemente conservato: fu acquistato il 19 dicembre 1960 dall'amministrazione provinciale di Salerno, restaurato e aperto al pubblico il 2 ottobre 1982 la zona interessata all'ampliamento aragonese. Il complesso è composto da quattro torri unite tra loro da ponti, arcate e mura di ronda: la torre a settentrione aveva la porta di ferro; quella ad occidente era a forma pentagonale ed era chiamata Pentuclosa ed era la torre di guardia; l'altra ad oriente avevo il nome di Mastra e comprendeva una cisterna, un forno e un mulino; la quarta era del centro dell'area, era la più piccola ed aveva il nome di Torricella. Sale, piazzali e carceri completavano la costruzione. L'ingresso aveva una torretta fornita di un vano da cui si azionava un ponte levatoio. La zona difesa, a forma trapezoidale, tipica dei castelli medievali, è posta nella parte alta del castello e rivela la presenza di mura di ronda e postazioni per mangani.
I lavori di restauro hanno permesso la creazione nella zona recuperata di un nucleo espositivo delle ceramiche e dei reperti provenienti dallo stesso castello, di una biblioteca con volumi di storia del Salernitano e dei castelli in genere, di una sala per mostre e di un salone per conferenze e congressi, oltre ad una serie di servizi.